Dati sismostratigrafici sul margine continentale della Campania tra Ischia, Capri ed il bacino del Volturno (Tirreno meridionale, Italia) in base al processing sismico ed all’interpretazione geologica di profili sismici a riflessione multicanale
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Abstract
Alcuni profili sismici multicanale sul margine continentale della Campania sono stati elaborati ed interpretati con lo scopo di fornire nuove evidenze geologiche sull’assetto tettonostratigrafico di questo settore del margine tirrenico dell’Italia meridionale. In particolare, i profili sismici interpretati hanno attraversato le strutture geologiche delle Isole di Ischia e Capri e l’offshore del Volturno. La struttura geologica regionale del margine continentale della Campania è caratterizzata da varie strutture geologiche e dalle corrispondenti unità sismiche, di natura sia vulcanica che sedimentaria. Le sezioni sismiche interpretate sono state suddivise in settori differenti in base alla diversa riflettività, rispettivamente buona presso la Penisola Sorrentina e la foce del Volturno e scarsa presso il canyon Magnaghi e l’alto strutturale di Ischia per la presenza di livelli vulcanici e vulcanoclastici. La scarpata continentale dell’Isola di CapriBocca Piccola è contraddistinta dalla presenza di una struttura carbonatica controllata dall’unità sismica carbonatica profonda, geneticamente collegata, ricoperta da spesse unità sismiche sedimentarie, rappresentate da cunei progradanti relitti, di probabile età mediotardo pleistocenica. Queste unità sono a loro volta ricoperte da un sottile drappeggio di depositi olocenici, che suggerisce una sottoalimentazione della scarpata continentale al largo di Bocca Piccola durante il tardo Quaternario, quando quest’area era un alto strutturale, caratterizzato da carbonati mesocenozoici inclinati verso nordovest, che rappresentavano il proseguimento in mare dell’alto strutturale di Capri. Facies sismiche acusticamente trasparenti sono state osservate nel settore del canyon Magnaghioffshore di Ischia, localizzato in corrispondenza dell’alto strutturale vulcanico di Ischia. L’interpretazione sismica ha mostrato che l’incisione del canyon Magnaghi, caratterizzato da una profondità di massima incisione di 450 m, ha prevalentemente coinvolto i depositi vulcanici, mancanti di riflettività interna. Un altro settore principale è rappresentato dal Bacino del Volturno, dove sono state identificate tre unità sismiche, che formano il riempimento del bacino. Queste unità sono state rispettivamente interpretate come argille costiere pleistoceniche in alternanza con depositi vulcanoclastici, come depositi marini e deltizi del Pleistocene medio e come depositi miocenici di flysch, geneticamente collegati con il Flysch di Frosinone Auct. Il Bacino del Magnaghi, qui riconosciuto e precedentemente non noto, è un piccolo bacino sedimentario localizzato nell’offshore di Ischia, il cui riempimento è caratterizzato da riflettori sismici paralleli e continui. Un alto morfostrutturale (“Banco di Fuori” o “Banco di Bocca Grande”), che delimita verso sud il Golfo di Napoli, alto circa 800 m, è caratterizzato dalla presenza dell’unità sismica carbonatica profonda, che ne rappresenta l’ossatura stratigrafica. Mentre il suo fianco nordoccidentale è contraddistinto dall’esistenza di spessi cunei progradanti relitti, quello sudorientale è ribassato dalla faglia diretta Acerracanyon Dohrn, una delle faglie regionali antiappenniche (NESW) più significative nel controllo della struttura geologica regionale del Golfo di Napoli. L’alto è delimitato lateralmente dal canyon Dohrn nella sua parte meridionale e dal canyon Magnaghi nella sua parte settentrionale. L’alto strutturale di Capri è distinto da riflettori marcati, paralleli e continui, interpretati come il cuneo progradante relitto superiore (unità B), che ricopre il cuneo progradante relitto inferiore (unità A). Entrambi i cunei ricoprono in discordanza l’unità carbonatica profonda. Il passaggio alla Valle di Salerno avviene attraverso la faglia diretta regionale CapriSorrento, con andamento NNWSSE, caratterizzata da un rigetto di circa 1 km ed attiva durante il Pleistocene. Questa faglia separa il Golfo di Salerno dal Golfo di Napoli. La Valle di Salerno è riempita da quattro unità sismiche. La più recente presenta riflettori sismici continui e paralleli ed è stata messa in relazione con depositi marini e continentali del Quaternario, che ricoprono depositi pleistocenici che mostrano le stesse caratteristiche sismiche e rappresentano la seconda unità sismica. La terza unità mostra riflettori discontinui interpretati come depositi miocenici di flysch, geneticamente collegati con il Flysch del Cilento Auct., mentre l’unità più profonda è stata interpretata come costituita dai carbonati mesocenozoici.
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