Da molto tempo il rischio vulcanico è al centro di progetti di divulgazione scientifica, particolarmente in area napoletana, dove l’Osservatorio Vesuviano ha sempre promosso numerose iniziative dedicate all’informazione su pericolosità e rischio vulcanico. In particolare sono state realizzate iniziative formative nelle scuole, sviluppate in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, e attività mirate a raggiungere la popolazione più in generale attraverso le visite guidate al Museo della sede storica, oppure con incontri pubblici, mostre, workshops, ecc. organizzati in collaborazione con la Città della Scienza e altri Enti locali. Dal 2005 questa attività formativa si è arricchita attraverso il progetto EDURISK, un’iniziativa più propriamente dedicata all’educazione al rischio sismico e vulcanico nelle scuole, con la realizzazione di corsi di formazione per gli insegnanti. Una delle esperienze più interessanti sviluppate dal progetto EDURISK, è stata la realizzazione nell’anno scolastico 20172018 di un’indagine sull’immaginario di bambini e ragazzi sul rischio vulcanico, con l’obiettivo di individuare, attraverso un’attività creativa l’invenzione di una storia in ambiente vulcanico come percepiscono il contesto vulcanico in cui vivono, come immaginano che possa verificarsi un’eruzione e quale potrebbe essere la loro capacità di risposta. L’indagine è stata realizzata in 23 classi di scuola primaria e secondaria di I grado di Istituti Comprensivi di area vesuviana (Ercolano, Scafati, Torre del Greco) e flegrea (Marano di Napoli, Pozzuoli, Quarto), coinvolgendo complessivamente circa 500 bambini fra gli 8 e i 12 anni. Fra i tanti temi emersi, tre sono fondamentali. In area flegrea la percezione di vivere ‘dentro’ un vulcano è praticamente assente: è pertanto indispensabile attivare percorsi di conoscenza del territorio in cui si vive; per i bambini il passaggio dalla comparsa dei precursori e l’eruzione vera e propria è istantaneo: mancano quindi conoscenze scientifiche specifiche, compresa l’incertezza sulla possibile evoluzione dei fenomeni; infine in caso di eruzione i bambini pensano di doversi salvare da soli: nelle loro storie non esistono istituzioni, un sistema organizzato di protezione civile e di gestione dell’emergenza: è quindi indispensabile e urgente un lavoro educativo sul riconoscimento delle risorse della comunità e di ricostruzione della fiducia fra cittadini e istituzioni.
Pubblicato: 01-04-2021