È opinione comune che la Sardegna sia l’unica regione non sismica in Italia. Gran parte dei ricercatori probabilmente confermerebbe questa opinione, magari con qualche distinguo. I cataloghi storici di terremoti, fino a CPTI11 [Rovida et al., 2011], riportano un solo evento di Mw 5.1 il 13 novembre 1948: localizzato nel Mare di Sardegna, ebbe effetti molto modesti a terra. In seguito, le reti sismiche hanno sporadicamente registrato terremoti di moderata energia (Mw <5) per lo più localizzati in mare, a sud-est di Cagliari, ad ovest di Olbia o nel Mare di Sardegna. I più recenti (avvenuti nel 2000, 2004 e 2006) hanno avuto effetti molto lievi in terraferma. Dato il basso livello di sismicità strumentale e i deboli effetti macrosismici dei terremoti storici conosciuti, il rischio sismico della Sardegna è considerato molto basso.
La scarsa sismicità della regione ha certamente una spiegazione geologica, visto che il blocco Corsica-Sardegna è tra le aree più stabili del bacino mediterraneo. “Scarsa”, tuttavia, non vuol dire “inesistente”: recenti ricerche storiche hanno migliorato le conoscenze sul massimo terremoto storico della Sardegna (avvenuto il 4 giugno 1616 e responsabile di danni lievi ma diffusi al sistema delle torri di guardia costiere a sud-ovest di Cagliari) e riscoperto un certo numero di terremoti minori, in parte noti alla tradizione sismologica ma quasi del tutto dimenticati. Questo lavoro raccoglie tutta la documentazione oggi disponibile sulla storia sismica della Sardegna.
Pubblicato: 20-10-2020