Le tematiche riguardanti le Scienze della Terra stanno assumendo sempre una maggiore rilevanza nell’ambito della società italiana; queste dovrebbero diventare indispensabili per la società moderna non solo per comprendere l’evoluzione naturale dell’ambiente ma soprattutto per aumentare le conoscenze per il rischio sismico e vulcanico [Bernhardsdóttir et al., 2012a e b; 2016; Musacchio et al., 2014; 2015a e b; 2016a e b; Solarino, 2014 e 2015]. Considerando l’impatto che le conoscenze base di questi argomenti hanno nella vita degli individui, queste dovrebbero essere insegnate già nelle fasi iniziali della vita scolastica al fine di avviare un percorso finalizzato alla corretta percezione dei diversi rischi naturali nella società. Nella realtà, la maggiore carenza risiede nella gestione e formazione delle conoscenze [WCDR, 2005; Paton, 2003]; questo dovrà essere necessariamente il settore dove si dovrà programmare un’azione pertinente, incisiva e continuativa nel tempo al fine di ridurre l’impatto dei rischi naturali. A tal fine i principi contenuti nella strategia di Yokohama [1994] mantengono la loro piena rilevanza nel contesto attuale, caratterizzato da un impegno crescente verso la riduzione del disastro. Tenendo conto dell’importanza della cooperazione internazionale, ogni Stato ha la responsabilità principale per il suo sviluppo sostenibile e per adottare misure efficaci per ridurre il rischio delle catastrofi, anche per la protezione delle persone sul proprio territorio, le infrastrutture e altre risorse nazionali dall’impatto delle catastrofi. Contemporaneamente, nel contesto dell’aumento dell’interdipendenza globale, la cooperazione internazionale è fondamentale per lo stimolo e lo sviluppo delle conoscenze, al fine di ridurre il rischio di catastrofi a tutti i livelli [Yokohama, 1994]. L’educazione alla pericolosità di alcuni fenomeni naturali è il trasferimento di conoscenza, tecnologia e competenza per creare maggiori capacità per la riduzione del rischio di catastrofi [WCDR, 2005; Lanza et al., 2014; Nave et al., 2012; Shipman, 2013; Sundermann et al., 2014; Zonno, 2013]. Uno dei mezzi per aumentare la percezione del rischio di catastrofi è la consapevolezza che un individuo ha dell’ambiente circostante, ma per aver consapevolezza bisognerebbe conoscere l’ambiente per capire quale sia il rischio effettivo. I dati sulla percezione del rischio sono considerati di fondamentale importanza per sviluppare campagne informative ed educative per la prevenzione del rischio [Ricci et al., 2013; Crescimbene & La Longa, 2015]. La percezione del rischio sismico e vulcanico non dipende sempre dal reale valore del rischio, ma piuttosto dal modo in cui esso è percepito. In generale, le persone percepiscono i rischi come trascurabili, accettabili, tollerabili o inaccettabili e li confrontano con i benefici. Inoltre il valore pericolosità percepita è più basso rispetto al valore della pericolosità sismica e vulcanica da normativa del territorio; questo significa che la sua percezione della pericolosità è sottostimata rispetto alla pericolosità sismica e vulcanica che viene indicata dalla scienza per il suo territorio [Ricci et al., 2013; Crescimbene & La Longa, 2015]. Diversi fattori influenzano la decisione di una persona di accettare un rischio o rifiutarlo. Per questo il ruolo della percezione è molto importante soprattutto in assenza di stime affidabili dei rischi reali. Quindi la chiarezza del linguaggio con cui mass media e soprattutto scienziati comunicano tale informazione alla popolazione è fondamentale per una corretta conoscenza [La Longa & Crescimbene, 2008; La Longa et al., 2011; 2012; Bernhardsdottir et al., 2012a; Nave et al., 2012]. La divulgazione delle scienze richiede che nuovi metodi siano di continuo testati ed aggiornati tenendo conto per esempio anche di nuovi mezzi di comunicazione (i.e. social media). La formazione su tematiche delle geoscienze progredisce più efficacemente se l’apprendimento ha inizio già in età prescolare [King, 2008; Pielke, 2014; Piscini et al., 2005; Marsili et al., 2013; Rubbia et al., 2015; Solana et al., 2008]. In parallelo, sarebbe necessario educare gli insegnanti nell’attuazione di nuove iniziative all’interno dei curricula scolastici per le diverse scuole di ogni ordine e grado. L’efficacia di nuove iniziative potrebbe garantire un’ampia diffusione sulla base di risultati fondati sulla ricerca. Numerose iniziative a carattere nazionale ed Europeo sono state avviate dall’INGV negli anni: Festival della Scienza [Burrato et al., 2003; Nostro et al., 2005; Winkler et al., 2010], ScienzAperta, nata nel 2011, [D’Addezio et al., 2014; Musacchio et al., 2016b], Settimana del Pianeta Terra [D’Addezio, 2016], Notte Europea dei Ricercatori [Marsili et al, 2015a, b] e Villaggio per la Terra, che rappresentano un’occasione per condividere e mostrare i luoghi della ricerca scientifica attraverso percorsi e laboratori registrando riscontri positivi per la percezione delle geoscienze nella società. Negli ultimi anni l’interesse crescente delle Scienze della Terra da parte di un pubblico più vasto è legato soprattutto ai tragici avvenimenti dell’Italia centrale, dall’intensità dell’energia rilasciata dagli eventi sismici

Published: 2021-07-07

Progetto pilota per la scuola dell’infanzia: laboratori “A prova di vulcani e terremoti”

Maria Di Nezza, Valeria Misiti, Barbara Castello, Stefania Amici, Giuliana D'Addezio (Author)

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