Il presente rapporto descrive l’attività di riproduzione digitale di sismogrammi storici dell’Osservatorio Vesuviano. Come è noto l’Osservatorio Vesuviano, attualmente Sezione di Napoli dell’INGV, è il più antico osservatorio vulcanologico del mondo, fondato nel 1841 dal re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone. In un numero del marzo 2013 il prestigioso settimanale scientifico Nature, cita il monitoraggio del Vesuvio, come una delle osservazioni scientifiche di più lunga durata, seconda solo all’osservazione delle macchie solari iniziata da Galileo Galilei nel 1600 [http://www.nature.com/news/longterm-research-slow-science-1.12623]. Presso l’Osservatorio Vesuviano è stato sviluppato uno dei primi strumenti sismometrici di moderna concezione per la misura dei terremoti (Fig. 1). Questo strumento noto come il sismografo Palmieri, dal nome del suo ideatore, Luigi Palmieri (Faicchio, 1807 - Napoli, 1896), direttore dell’Osservatorio Vesuviano dal 1855 al 1896, fu installato al Vesuvio per la prima volta nel 1856 e sancì l’inizio delle osservazioni sismologiche sui vulcani [Giudicepietro et al., 2010]. Nel 1875 un esemplare dello strumento fu anche installato all’Osservatorio Meteorologico Centrale di Tokyo. Il sismografo Palmieri non registrava un vero e proprio sismogramma, ma in caso di terremoto ne permetteva la misura della durata, riportando su carta telegrafica tracce di moti orizzontali e verticali dei suoi sensori. Dai primi del ‘900 furono adottati nuovi strumenti per le osservazioni sismologiche sul Vesuvio. Con l’installazione dell’ortosismografo Alfani è iniziata la registrazione dei sismogrammi intesi come tracciati dell’evoluzione temporale delle onde sismiche. I sistemi di monitoraggio sismico al Vesuvio hanno poi seguito l’evoluzione tecnologica generale della sismologia fino all’attuale configurazione, prevalentemente basata su stazioni digitali a larga banda [Giudicepietro et al., 2010; Castellano et al., 2012; Orazi et al., 2013]. In questo contesto appare chiaro che all’Osservatorio Vesuviano sono state effettuate per la prima volta al mondo registrazioni di segnali sismici di ambiente vulcanico. Parte di questo materiale ha superato due guerre mondiali ed è stato conservato e tramandato giungendo fino a noi. Il presente lavoro, iniziato nell’ambito del progetto di servizio civile “Noi e i vulcani”, svoltosi presso l’Osservatorio Vesuviano nel 2012, si pone l’obbiettivo della conservazione attraverso la riproduzione digitale di un insieme di sismogrammi storici del Vesuvio che coprono un intervallo temporale dall’inizio del ‘900 agli anni ‘70 del Novecento. Questo periodo è di grande interesse perché riguarda una fase di transizione in cui il Vesuvio è passato da condizioni di condotto aperto, con frequenti fenomeni eruttivi, alla condizione attuale di condotto chiuso. In particolare, rientra nel periodo considerato l’ultima eruzione del Vesuvio avvenuta nel marzo del 1944, i cui sismogrammi sono compresi nel dataset digitalizzato.

Published: 2022-01-13

Riproduzione digitale di sismogrammi storici del Vesuvio: prime registrazioni sismiche su un vulcano

Stefano Fiore, Luca D'Auria, Flora Giudicepietro, Antonio Caputo, Giovanni Pasquale Ricciardi

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